LA TANA CHE URLA

SPELEO CANYONING

NON AVETE MAI VISTO UN POSTO COSÌ

Un viaggio nel cuore sotterraneo della Toscana

A volte, per veder cose belle, chiudiamo gli occhi e immaginiamo, in grotta, basta accendere la luce…

IL QUADRO GENERALE

Difficoltà: Avventura
Durata discesa: 2,5-3,5 ore
Durata attività: 3,5-4,5 ore
Marcia di avvicinamento: 15 minuti
Marcia di ritorno: 10 minuti
Tariffa: 60€ fino a 13 anni, 65€ da 14 anni
Quando: tutto l’anno

GUARDA IL VIDEO

COME SI SVOLGE

Fatte le presentazioni, indossiamo muta, imbracatura e il resto dell’attrezzatura. Per sentiero in 15 minuti arriveremo all’ingresso della grotta. Briefing sulla sicurezza e sull’attività e via!
Si tratta di un percorso unico, in andata e ritorno . Risaliremo un piccolo torrente sotterraneo con piccole arrampicate e disarrampicate. La temperatura dell’aria e dell’acqua oscilla tra 10 e gli 11 gradi centigradi. Nel punto più alto, per noi raggiungibile, vi troverete di fronte ad una scelta: percorrere a nuoto il laghetto terminale o non fare questo tratto di circa 10 mt immersi completamente nell’acqua. La luce della vostra lampada frontale, vi regalerà colori e immagini che ricorderete per sempre.
Si rientra per lo stesso percorso, che in alcuni tratti non riconosceremo, quasi fosse una via differente.

Per le informazioni generali sull’attività scarica il briefing e la scheda attività.

ATTREZZATURA FORNITA E INCLUSA NEL PREZZO

  • Muta isotermica in neoprene da 5 mm
  • Casco* con impianto luce
  • Imbracatura *
  • cordini e moschettoni di sicurezza*
  • Materiale comune (corde, kit pronto soccorso)

*tutti i Dispositivi di Protezione Individuale e collettiva utilizzati, sono conformi alle normative vigenti

 

COSA PORTARE

  • Una maglia termica in poliestere da mettere sotto la muta,
  • Costume da bagno,
  • Asciugamano,
  • Scarpe da ginnastica/trekking per entrare in acqua e calzini da bagnare,
  • Niente anelli alle mani. Un paio di guanti fini, tipo da giardino, sono raccomandati.
  • Chi porta occhiali dovrà fare in modo di fissarli alla testa per evitare di perderli, chi utilizza lenti a contatto, meglio se del tipo usa e getta con un paio di scorta.
  • Un sacchetto in plastica per riporre scarpe, calzini e quant’altro sarà bagnato dopo l’esperienza .
  • Scarpe da canyoning a noleggio 10€ a persona , da richiedere in fase di prenotazione

INFORMAZIONI

Prima di entrare in grotta sarete informati e formati su:

  • i rischi oggettivi e soggettivi riscontrabili nell’ambiente speleologico e nell’attività di speleologia.
  • i comportamenti da tenere per la sicurezza personale e di gruppo
  • le tecniche di progressione, come descritte sui documenti denominati “briefing” e “scheda“, scaricabili su questo sito
  • sui comportamenti per il rispetto dell’ambiente.

Sarete accompagnati da professionisti, esperte guide Canyon, con diploma dell’Associazione Italiana Guide Canyon o con titoli equivalenti

Età consigliata: da 11 anni*/**

* i minori devono essere accompagnati da almeno un genitore o da altro maggiorenne al quale sono stati affidati. In questo ultimo caso è richiesta l’autorizzazione dei genitori affiche il minore possa svolgere l’attività

**E’ un’esperienza adatta an bambini più piccoli, secondo il livello dell’acqua e le caratteristiche psicofisiche dei partecipanti

siete almeno 11 paganti? contattaci per una tariffa personalizzata

E’ RICHIESTO

un buono e normale stato di salute, l’assenza di patologie cardiache e/o respiratorie che non siano compatibili con lo sforzo fisico.

L’assenza di paura degli ambienti chiusi
I soggetti allergici, che per consuetudine e sicurezza portano al seguito medicinali anti shock devono avvisare l’organizzazione e la guida .

COME RAGGIUNGERCI

Raggiungete il paese di Fornovolasco (Lucca), da qui proseguite seguendo le indicazioni per “grotta del vento” e “parco del Battiferro”. Una volta superata l’entrata del parco , proseguite per 500 metri, subito dopo il ponte sul torrente “Turrite di Gallicano”, sulla sinistra c’è spazio per parcheggiare.

PRENOTA ORA

LA TANA CHE URLA CURIOSITA'

TRA LEGGENDA E SCIENZA

Tra le Alpi Apuane si nascondono numerose grotte, al cui interno scorrono torrenti sotterranei. Avvicinando l’orecchio a queste cavità, si possono percepire urla inquietanti o sussurri misteriosi, come se una moltitudine di voci provenisse dalle profondità. Questo alone di mistero ha alimentato la fantasia popolare, che ha immaginato le grotte come dimore di affascinanti fate o di terribili streghe.

Tra queste, una delle più celebri è senza dubbio “La Tana che Urla”, così chiamata per i suoni che sembrano provenire dal suo interno.

Per raggiungerla, bisogna seguire il sentiero n°6 che parte da Fornovolasco, dirigendosi verso il Monte Forato. Dopo circa 1 km, sulla destra, leggermente sopraelevata rispetto al livello del sentiero, si trova questa grotta, famosa per 2 motivi: uno leggendario, uno scientifico.

La leggenda della ``Tana che Urla``

Si narra che un giovane minatore di Fornovolasco, mentre attraversava il sentiero vicino alla grotta, abbia udito uno straordinario canto melodioso. Le storie del paese raccontavano che in quella cavità abitassero delle fate, e il ragazzo, incuriosito, si fermò ad ascoltare. Da quel giorno tornò spesso, incantato da quei suoni misteriosi.

Una mattina d’estate, passando davanti alla grotta, scorse una figura eterea: una splendida fanciulla, avvolta in un abito leggero come una nuvola. Colpito dalla sua bellezza, tentò di avvicinarsi, ma la ragazza svanì in un soffio di fumo. Il minatore non riuscì a dimenticarla e continuò a tornare, nella speranza di rivederla, ma senza successo.

Con l’arrivo dell’inverno, il giovane, consumato dal desiderio e dalla malinconia, si ammalò gravemente. Nessun rimedio sembrava alleviare il suo male. Una notte gelida, mentre il vento sferzava la valle, sentì bussare alla porta. Quando aprì, trovò un cesto colmo di fiori estivi. Subito capì che solo la fata poteva averglieli portati.

Senza esitare, corse verso la grotta, dove finalmente la incontrò. Le confessò il suo amore, ma lei lo avvertì che il loro legame era impossibile. Gli consigliò di mangiare i fiori: sarebbero stati la sua cura e gli avrebbero permesso di dimenticarla per sempre. Ma il giovane, ostinato, rifiutò.

Allora la fata lo ammonì: se l’avesse seguita nelle profondità della grotta, non sarebbe mai più tornato alla luce del sole. Detto ciò, si dileguò nella caverna. Il minatore, incapace di lasciarla andare, la seguì fino a quando le pareti della montagna si chiusero alle sue spalle.

Ancora oggi, chi si avventura vicino alla “Tana che Urla” racconta di aver udito il canto delle fate e, a tratti, il lontano colpo di un piccone che rompe il silenzio.

Così vive la leggenda, intrecciando mistero, bellezza e un pizzico di malinconia, a rendere questa grotta un luogo unico e magico.

L'IMPORTANZA SCIENTIFICA

Da un punto di vista scientifico, “La Tana che Urla” riveste un’importanza notevole. Fu proprio osservando questa grotta che Antonio Vallisneri (1661-1730), scienziato originario di Trassilico, formulò la teoria del ciclo perenne delle acque. Vallisneri confutò la cosiddetta “teoria marina”, secondo la quale l’acqua delle sorgenti derivava da quella marina, che si pensava penetrasse nelle profondità della terra, venisse riscaldata dal calore interno e condensata nelle grotte sotterranee secondo un processo simile alla distillazione con l’alambicco. Una spiegazione elegante per l’epoca, ma errata, come Vallisneri dimostrò brillantemente.

LA TANA CHE URLA, SPELEO CANYONING LA TANA CHE URLA, SPELEO CANYONING LA TANA CHE URLA, SPELEO CANYONING LA TANA CHE URLA, SPELEO CANYONING LA TANA CHE URLA, SPELEO CANYONING LA TANA CHE URLA, SPELEO CANYONING